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Vedere la Via Lattea per la prima volta è un’emozione indescrivibile. Ti chiedi com’è possibile che ci fosse una cosa così bella nel cielo e tu non l’avevi mai vista. E ti chiedi anche perché non puoi rivederla tutte le sere, da casa tua.
La verità è che purtroppo in Italia abbiamo uno dei cieli più inquinati al mondo e che, dalle nostre terrazze e dai nostri giardini, non si vede neanche l’Orsa Maggiore. Di Via Lattea manco a parlarne. Per questo abbiamo deciso di intervistare uno che di cieli stellati ne sa. Eccome se ne sa!
Matteo Mazzoni è un amante del trekking e della fotografia. È stato scovato nei luoghi più bui delle Marche in orari improponibili mentre cercava di immortalare la luce lì dove di luce non ce n’è. Chi meglio di lui?
La Via Lattea si vede tutto l’anno?
Sì, la Via Lattea si vede tutto l’anno ma si può dividere in “estiva” e “invernale”. Quella che di solito viene fotografata è la Via Lattea che si vede da marzo (verso le 5 del mattino) a settembre (verso le 21 di sera) perché in questo periodo dell’anno – nella nostra latitudine – si vede il nucleo che è la parte più colorata e suggestiva mentre quella invernale rimane meno evidente e quindi anche meno interessante.
Quali sono i tuoi posti preferiti nelle Marche?
Beh, no. I posti migliori sono le vallate tra le montagne perché meno influenzate dall’inquinamento luminoso. Ci sono molti posti dove vado spesso, tra i migliori forse c’è l’altopiano di Montelago, i Piani di Ragnolo, la Forcella del Fargno e Pintura di Bolognola. Alcuni li trovate nella guida I luoghi più bui delle Marche.
Cosa comporta l’inquinamento luminoso in fotografia?
Purtroppo è un grosso problema per chi vuole fotografare le stelle. Per acquisire più luce possibile basta allungare i tempi di posa ma per le stelle bisogna fare attenzione alla rotazione terrestre e all’inquinamento luminoso. La rotazione terrestre con tempi troppo lunghi crea l’effetto “coma” (la stella non è più puntiforme ma si allunga) e per rimediare a questo inconveniente c’è una regolina da rispettare: 400 diviso la Lunghezza Focale dell’Ottica. Così si ottengono i secondi di posa oltre ai quali le stelle vengono allungate.
Stesso problema per l’inquinamento luminoso. Se allunghiamo i tempi acquisiamo tutta la luce ambientale che è nei dintorni e si crea un alone veramente importante che nasconde le stelle. Per rimediare a questo l’unica soluzione è allontanarsi il più possibile dalle città cercando delle vallate buie magari circondate dalle montagne che possono nasconderci da quell’alone fastidioso.
Qual è l’equipaggiamento base per ottenere risultati “decenti”?
Il treppiede è fondamentale, l’astroinseguitore solo se vuoi fare foto di alta qualità.
Per ottenere risultati decenti serve una buona fotocamera che regga bene gli alti ISO e un grandangolo luminoso.
Post produzione: quanto di ciò che vediamo è vero o finto?
La post produzione in questo genere di foto è fondamentale. Dopo un’escursione notturna che va dal tramonto alla notte inoltrata con circa 50 scatti da sviluppare ci impiego sulle 4/5 ore.
Su ciò che è “vero” e ciò che è “finto” il discorso è molto ampio, in breve però posso dire che il sensore della fotocamera acquisisce molto più segnale e luce dell’occhio umano. Quello che si vede in foto è reale ma percepito in maniera diversa da come lo vediamo noi dal vivo.
È più semplice realizzare gli “startrail”?
Sì, gli startrail sono più semplici. È sufficiente fare una serie di scatti (da 100 in su) ovviamente su cavalletto e poi unirli con un apposito programma.
Qual è la foto che ti sei divertito di più a scattare e perché?
Non ce n’è una in particolare, tutte le foto hanno una piccola avventura dietro: da quando ho incrociato un cinghiale alla vela di Portonovo a quando ho passato tutta la notte fuori dalla tenda a Montelago o alla notturna in solitaria sul Vettore e molte altre ancora. Tutte piccole avventure indimenticabili con una bella foto che me le ricordi.
Un ultimo consiglio per chi si trova ai primi passi?
Il mio consiglio è quello di insistere tanto e non scoraggiarsi. È un tipo di fotografia molto difficile da fare ma con un po’ di tempo e di pratica qualcosa si porta a casa.