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1) Brian May e i Queen
Quando si parla di musica e spazio il primo nome che viene a tutti in mente è quello di Brian May, che nel 1965 intraprende gli studi alla facoltà di Fisica e Astronomia dell’Imperial College London. L’amore per le stelle lo si trova già nella canzone “Long away“. Si laurea con lode e ottiene un dottorato, che interromperà per dedicarsi alla carriera musicale finché a 60 anni (!!!) decide di riprendere gli studi e nel 2007 viene proclamato dottore in astrofisica. Nel 2015 collabora con la missione New Horizons e scrive una canzone su Ultima Thule: “New Horizons (Ultima Thule Mix)”.
Un altro brano scritto e cantato da Brian è “’39“: un gruppo di volontari parte su una navicella e al loro ritorno, nonostante per loro sia trascorso solo un anno, il protagonista della canzone non ritrova più la sua amata, bensì il loro figlio.
2) Lo Space Rock
Verso gli anni ’70 si sviluppa quello che è il genere dello space rock con canzoni come “Cygnus X-1” (la prima sorgente di raggi X rivelata) e “2112″ dei Rush ma i quali esponenti di spicco sono i Pink Floyd.
In ordine di uscita abbiamo “Astronomy domine”, “Interstellar overdrive”, “Set the controls for the heart of the Sun” ma anche l’intero album “The dark side of the Moon” con particolare riferimento a “Eclipse”.
Inoltre, nel 1994 e nel 2014, Stephen Hawking ha “collaborato” con i Pink Floyd nella realizzazione dei brani “Keep Talking” e “Talkin’ Hawkin’“.
3) David Bowie
9 giorni prima dello sbarco lunare, l’11 luglio 1969 esce “Space Oddity”, canzone che troviamo anche riprodotta in loop nello stereo della Tesla inviata da Elon Musk nello spazio (immagine in evidenza dell’articolo). E sapete qual è il soprannome del manichino su quell’auto? “Starman” ovviamente, come l’omonima canzone. L’autore di queste due canzoni è David Bowie, di cui vi consiglio di ascoltare anche “Life on Mars?“, “I took a trip on a Gemini spacecraft” e “Blackstar“, l’ultimo singolo del duca bianco.
Poi c’è “Rocket Man” di Elton John: fu considerata polemicamente da Bowie una scopiazzatura di Starman.
4) I Muse
Arrivo alla mia parte preferita: i Muse. I titoli di alcuni loro album sono a tema spaziale “Origin of symmetry” che trae ispirazione dalla teoria delle stringhe, “Black holes e revelations” che contiene “Supermassive black hole” ed eccovi spiegato il mio gradimento per questa band. Cito anche due canzoni del 2010 “Neutron star collision”, brano che è stato inserito nella colonna sonora del film “The Twilight Saga: Eclipse” e “Exogenesis symphony”.
E come dimenticare Frank Sinatra e la sua romantica “Fly me to the moon” e “Across the Universe” dei Beatles?
Cambiando stile troviamo anche il jazz di John Coltrane con “Stardust” e il suo ultimo disco “Interstellar Space”.
5) In Italia
Ma anche in Italia il tema astronomico non manca, da “Stelle” di Francesco Guccini alla più classica “Extraterrestre” di Eugenio Finardi.
Claudio Baglioni nel 1977 dedica una canzone a “Gagarin“, mentre il suo l’omonimo, Lorenzo, canta la simpatica e istruttiva canzone sulle “Leggi di Keplero”.
Per gli amanti del rap consiglio Murubutu con “Notte di San Lorenzo” e “La stella e il marinaio”.
6) Dulcis in fundo
Segnalo infine gli Haggard con il loro concept album “Eppur si muove” incentrato sulle scoperte di Galileo Galilei!! E l’album “Space” di Sleeping at last.
Per concludere vi invito anche a leggere il post sulla nostra pagina dedicato alla copertina di “Unknown pleasures” degli Joy Division:
In effetti si sa che tra musica ed astronomia corre un forte feeling. Ottimo lavoro Nane Brune, che mi siete simpatiche fin dal primo momento!